Giusy colpita con sei coltellate: sempre gravissima ma migliora. Gli investigatori: «Portate con voi presidi di autodifesa»

TERAMO – Sono state sei le coltellate con cui Fabiano Cistola ha colpito la sua ex Giusy M. Sei coltellate potenzialmente letali, tanto in profondità hanno inciso, in parti eguali, sull’intestino e su un polmone. Fendenti di rabbia, rabbia omicida: ancora oggi, gli investigatori ritengono, anche alla luce delle testimonianze raccolte, che il disoccupato di origini corropolesi avrebbe ammazzato la sua ex se non fosse stato per l’intervento di alcuni testimoni presenti all’aggressione, la titolare della parafarmacia in particolare. Si deve a lei infatti anche il primo soccorso sulla vittima a terra e sanguinante, nel tentativo di tamponare la copiosa emorragia.
Gli elementi raccolti dai carabinieri dei nuclei operativi del reparto provinciale e della Compagnia di Alba Adriatica sul luogo dell’aggressione hanno irrobustito una contestazione di tentativo di omicidio che pesa come un macigno sulla posizione processuale dell’arrestato. Cistola ha portato con sé tutti indizi che ne confermano la premeditazione dell’agguato, dall’aver dormito in auto nelle rotonda sotto l’abitazione del cugino di Giusy, dove lei era ospitata, ma soprattutto l’essere in possesso di un coltellaccio da cucina: armatosi per minacciarla o per ucciderla? Ha trascorso due notti in isolamento nel carcere di Castrogno e attende il colloquio con il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Teramo per chiarire la sua posizione, semmai possa avere una spiegazione un raptus omicida come il suo.
Ancora ieri gli investigatori, analizzando la scenda dell’aggressione, hanno sottolineato come questo caso sia emblematico della necessità per le donne che come Giusy aveva sentore di un rapporto deteriorato e di un potenziale rischio aggressione, di dotarsi di sistemi di difesa passiva. Se Giusy avesse avuto con sé una bomboletta di spray urticante forse avrebbe potuto limitare i danni se non addirittura neutralizzare il suo stalker. Il 34enne ha mollato la presa soltanto per l’intervento dei testimoni che si trovavano tra la pista ciclabile e il lungomare, alla rotonda Monti di Tortoreto Lido, altrimenti adesso saremmo a commentare un altro femminicidio. Annunciato anche questo come quello di Ester Pasqualoni, la dottoressa sgozzata dal suo paziente nel parcheggio dell’ospedale Val Vibrata, nel giugno di quasi tre anni fa.
Le condizioni della 39enne barista di Tortoreto sono sempre gravissime, ma l’aver superato due notti dal delicatissimo intervento chirurgico sopportato al Mazzini di Teramo fa deporre per un decorso positivo del suo quadro clinico. Le lesioni interne riportate, lo choc emorragico sofferto per la copiosa perdita di sangue, sono fatiche che l’organismo deve superare e che fanno prevedere una degenza lunga e complessa. Le sei coltellate inferte dal suo ex hanno colpito in profondità e soltanto un miracolo ha impedito che una soltanto potesse centrare il cuore della donna: in ogni caso, i pesanti postumi su intestino e polmone destro hanno un costo importante in termini biologici. I medici continuano a non sbilanciarsi: Giusy resta in pericolo di vita con prognosi riservatissima, è sedata e tenuta sotto stretto monitoraggio nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Mazzini.